Diego M. Gradali art director & artista
Dice che fa il pubblicitario da una vita, che si occupa da sempre di comunicazione e di grafica. Tutto vero, certo, ma non basta. Non si fa il grafico, lo si è.
Una speciale deformazione scritta nelle profondità della mente divide in diagonali, simmetrie, contrappesi e spazi concilianti ogni cosa che arrivi all’occhio.
Tutto diventa equilibrio e rigore estetico.
Il segno diventa il protagonista di un linguaggio totale e assoluto e lui, Bob, non fa il grafico: è un grafico.
Alessandro Jumbo Manfredini art director & dj
Prendi l’energia del punk, la sete di conoscenza, le idee più originali, prendi la voglia di cambiare e di mettersi sempre alla prova… questo per me è Bob, un caro amico, un collega senza ma e senza se e più che altro un motore di energia inesauribile!
I Was a Punk Before You Were a Punk!
Lorenzo Immovilli dj / operatore culturale
Non a caso lo chiamano Bob. Troppo spesso la terra emiliana viene identificata come una sorta di “West” nostrano dimenticando così la grande influenza che lo stile e le tendenze inglesi hanno avuto e hanno anche nel presente. Certo non tutti hanno il gusto raffinato per identificarle cogliendone essenza e sfumature; a Bob di certo queste sensibilità non sono mai mancate.
Figlio d’arte (il papà è stato per molti versi un avanguardista), Bob ha vissuto e vive tutte le contraddizioni, le soddisfazioni e le fatiche che inevitabilmente la provincia destina a chi ha uno sguardo “avanti”, a chi sogna di abbattere i confini che separano il lavoro dal piacere, il divertimento dallo stile, la quotidianita dall’eleganza.
Caro Bob forse non ci sarà mai quel luogo “così giusto”, con quel tipo di persone “così libere”, ma di certo il contributo che hai dato e dai in questo senso aiuta tutti a sentirsi piu leggeri, più cosmopoliti, piu belli.
Marco Cacciotto Spin Doctor
Ho incontrato per la prima volta Bob nel 2003 in occasione di una campagna elettorale. Ho subito apprezzato la sua creatività e la capacità di lavorare in team rispettando ruoli e competenze.
Da allora abbiamo lavorato insieme in tante campagne (elettorali e non) ed è nata una bella amicizia. Dal punto di vista professionale è un vero creativo, dal lato umano è una persona di solidi valori e di grande correttezza.
Due elementi fondamentali in un’epoca dove tutti vogliono far tutto e dove, per lo stesso motivo, devi sempre guardarti le spalle
Stefano Salsi art director
È il concorrente che mai vorresti incontrare sulla tua strada.
È preparato, creativo, poliedrico e ha una mano finissima.
Ha un ulteriore e imperdonabile difetto: è simpatico.
Marcello Grassi fotografo
Bob realizza raffinate e affascinanti opere stilizzate, assolutamente e indiscutibilmente contemporanee. Montaggi manuali di paesaggi post-industriali meticolosamente pensati ed armonizzati in cromie avvolte di tenebre, con spettacolari momenti di esplosione solare.
Ma Bob Rontani – formidabile e meticoloso organizzatore – è anche un cultore della musica degli anni ’80. Anzi, dire cultore è poco, Bob l’ha vissuta sulla pelle. È un saggio. Un’enciclopedia di aneddoti, nomi, gruppi, date, luoghi, di modi e stile, in presa diretta. Da ascoltare per ore.
Con molta attenzione, poiché Bob non ha vie di mezzo, cedimenti o accomodamenti. Ed io lo associo in opere e musica, ad un ritmo musicale ossessivo: è un pezzo di pop sinfonico, magnifico, orchestrato da Bill Currie, sostenuto dalla voce di Midge Ure drammatica, sospesa nel tempo, accompagnata da virtuosismi di violino e tesi assoli di chitarra.
Il suo urlo “This means nothing to me” non si riferisce ad uno stato di indifferenza, ma lamenta per un passato perduto.
“This means nothing to me. Oh, Viennaaaaaaaa….”